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| Chiozzi Paolo | Fotografia e antropologia nell'opera di Paolo Mantegazza (1831-1910)
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Paolo Mantegazza, titolare della prima cattedra di antropologia istituita a Firenze nel 1869, ebbe un ruolo importante nella nascita della Società Fotografica Italiana di cui fu il primo presidente. Amico di Carlo Brogi con il quale realizzò vari progetti, Mantegazza riconosceva alla fotografia la funzione di “prezioso sussidio per la ricerca scientifica” nei campi della fisica, dell’astronomia, dell’antropologia, della biologia e della psicologia. In particolare si ricordano i settori nei quali si è direttamente esplicitata la sua ricerca fotografica: l’espressione dei dolori nell’uomo, la popolazione lappone, l’India. Viene anche ricordata l’importanza riconosciuta alla fotografia dalla ricerca antropologica, in particolare dalla scuola fiorentina, e i progetti di Loria finalizzati alla realizzazione di un archivio dei tipi antropologici in Italia
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I Nostri Antenati
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pagg. 56 - 61
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| Chiozzi Paolo | Stephen Sommier: etnologia ed etno-fotografia
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Stefano Sommier è più noto ai naturalisti che agli etnologi che lo associano di solito a Paolo Mantegazza. Nato a Firenze da genitori francesi nel 1848, fa parte del nutrito gruppo di studiosi che alla fine dell’Ottocento gravitavano attorno alla Società Italiana di Antropologia e Etnologia. I suoi studi come botanico hanno riguardato in particolare la flora delle isole del Tirreno, come etnologo ha compiuto numerosi viaggi per raccogliere dati e osservazioni che poi ha pubblicato in saggi e libri. Nel 1878, con Mantegazza, visita la Lapponia, due anni dopo la Russia fino alla Siberia, nel 1884-85 torna in Lapponia e nel 1887 di nuovo in Russia, infine nel 1890 visita il Caucaso. Molte le fotografie che realizza durante i viaggi attenendosi ai criteri definiti da Enrico H. Giglioli nel volumetto pubblicato in collaborazione con Arturo Zannetti nel 1880 "Istruzioni per fare le osservazioni antropologiche ed etnologiche"
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Fondo Cini Dazzi
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pagg. 23 - 31
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| Chiozzi Paolo | Storia, Antropologia, Fotografia. Alcune considerazione metodologiche sulla utilità degli archivi e dei fondi fotografici
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I rapporti tra scienze umane e fotografia sono stati da sempre oggetto di riflessione e dibattito. Alle scienze antropologiche va il merito di aver colto con tempestività le prospettive aperte dalla nuova tecnica, ma solo molto tardi l’antropologia ha scoperto le potenzialità offerte dalle fotografie fatte da persone diverse dagli stessi ricercatori. Su questo argomento l’antropologia non ha riflettuto a sufficienza e le fotografie d’epoca, conservate negli archivi, solo da poco hanno ricevuto l’attenzione che meritano. Condividendo posizioni proprie dello storico, l’antropologia ha teso ad enfatizzare la funzione di “documento visivo” e di rappresentazione oggettiva del reale, quando invece l’attenzione andrebbe rivolta alle modalità e condizioni storiche, sociali e culturali in cui i documenti fotografici sono stati prodotti
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Metodo, Storia e Fotografia
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pagg. 46 - 51
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| Chiozzi Paolo | Gli album fotografici di Lidio Cipriani (1927-1955)
abstract
L’antropologo italiano Lidio Cipriani era solito utilizzare la macchina fotografica per realizzare riprese in occasione delle campagne che lo vedevano impegnato in Africa, in Europa, in India. Era lo strumento che gli permetteva di raccogliere una documentazione utile per approfondire gli studi sulle popolazioni. Il numero di immagini che egli ha realizzato nell’arco di un trentennio è molto alto, forse di poco inferiore ai 30.000 scatti. Nel saggio sono discusse le idee di Cipriani sull’antropologia, il rapporto tra ricerca scientifica e fotografia, l’uso che fa della fotografia in relazione ai soggetti indagati. In appendice una descrizione del Fondo Fotografico Cipriani al momento depositato presso il Museo di Antropologia e Etnologia dell’università di Firenze
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Fondo Cipriani
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pagg. 21 - 28
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| Chiozzi Paolo | Le fotografie storiche nella ricerca antropologica
recensioni
Visual Anthropology. V. 3 nn. 2-3: Picturing Cultures Historical photographs in Anthropological Inquiry
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Qualche libro
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pagg. 78 - 79
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| Chiozzi Paolo | Sguardi sulla Lapponia
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Nel 1879 gli antropologi italiani Paolo Mantegazza e Stefano Sommer avevano compiuto una prima missione in Lapponia. Qualche anno dopo, nel 1885, Sommer ripeté quel viaggio, tra gennaio e aprile, raggiungendo questa volta in pieno inverno il polo Nord in compagnia dell’amico Cosimo Cini. Da quel viaggio riportò numerose fotografie che documentavano sistematicamente gli aspetti della cultura lappone e delle usanze di quella popolazione. Una selezione di quelle immagini è riportata all’interno del fascicolo: immagini importanti per la ricerca antropologica in quanto esempio concreto di come l’impiego del mezzo fotografico può interagire con l’osservazione etno-antropologica
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Fondo Cini Dazzi
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pagg. 15 - 18
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| Chiozzi Paolo | Il bambino "invisibile"
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Le fotografie ottocentesche di Giacomo Brogi, commissionate e conservate dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, offrono lo spunto per una riflessione su quella che è stata, e in parte è, la posizione degli studiosi nei riguardi dell’infanzia. Il riferimento è in particolare alla letteratura etno-antropologica dove l’attenzione per i bambini è praticamente assente e, quando è presente, lo è di preferenza in funzione degli adulti. Anche le fotografie di Brogi, che pure ritraggono i bambini e documentano l’attività di un istituto che si occupa della loro protezione, non escono da questa logica. Nell’ottica di un’antropologia dell’infanzia di cui l’autore si augura la fondazione, vengono citati i contributi nel campo della “ricerca visuale” di Margaret Mead e Gregory Bateson, nonché di Allison e Marek Jablonko presentati in questo fascicolo
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Fondo Istituto degli Innocenti
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pagg. 20 - 21
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| Chiozzi Paolo | Fotografia e "urgent anthropology". Alcune ambiguità
recensioni
E. S. Curtis, Immagini di una razza che scompare. Milano, Mursia, 1992
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Qualche libro
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pagg. 77 - 78
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| Chiozzi Paolo | L'umanità davanti all'obiettivo
recensioni
L'umanità davanti all'obiettivo. Firenze, Museo Nazionale di Antropologia e etnologia, 1995
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Qualche libro
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pagg. 78 - 79
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| Chiozzi Paolo | Una dinamica adattiva: immagini di vita quotidiana a Sarajevo. Le fotografie di Emil Grebenar
abstract
Tra le tantissime fotografie che il fotografo bosniaco Emil Grebenar realizzò a Sarajevo durante la guerra, qui sono considerate solo quelle che rappresentano la vita quotidiana in città. Si verifica in questo modo come un approccio di tipo "emico” (in cui l’attenzione è tutta "interna" sui soggetti coinvolti) contrapposto a un approccio di tipo “etico” (in cui l’attenzione è su chi osserva "dall’esterno"), se applicato nell’ambito dell’antropologia della comunicazione visiva, può aiutare a capire i processi di cambiamento sociale e culturale nel momento in cui si stanno compiendo
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Archivio Domani
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pagg. 65 - 73
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| Chiozzi Paolo | Antropologia, psicologia e album di famiglia
recensioni
L. Berman. La fototerapia in psicologia clinica. Trento, 1996; R. Chalfen, Sorrida prego! La costruzione sociale della vita quotidiana. Milano, Mondadori, 1996
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Qualche libro
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pagg. 78 - 79
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| Chiozzi Paolo | L'Aids nelle fotografie di Paolo Pellegrini. Un salmo per l'Africa
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L’interesse della ricerca fotografica di Paolo Pellegrin sull’AIDS in Uganda sta nel valore di testimonianza che hanno le sue immagini e nella capacità di saper cogliere, al di là di tutto, i segni della sofferenza umana. Ma la sua è anche una denuncia contro la mancanza di aiuti che fa sì che di AIDS in Africa si muoia, e questo fa la differenza quando si analizza la gravità del problema al di là del fatto che interessa un’alta percentuale di individui. L'autore di questo saggio analizza, dal punto di vista dell’antropologo, il modo ‘occidentale’ di vivere il problema dell’AIDS in Africa: una forma di esorcizzazione del fenomeno che porta ad isolarlo e ghettizzarlo, riproponendosi così uno schema non nuovo per l’Africa: la sua diversità
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Archivio Domani
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pagg. 67 - 74
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| Chiozzi Paolo | Un dono: uno sguardo sulla Cina
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Le fotografie scattate da William H. Shokley e riunite in un album possono essere viste e interpretate come un testo visuale: immagini diverse messe insieme senza un’apparente coerenza spazio-temporale, che stanno a dimostrare come il rapporto fra Shokley e Angelo Luzzatti, al quale l’album fu donato, può essere compreso approfonditamente se le immagini sono viste come un tutto, meglio come un “testo” coerente che esprime una “costruzione visuale” soggettiva della Cina. L’autore si sofferma anche sul significato di “dono”, rimandando alla teoria di Marcel Mauss secondo cui il dono al pari e non diversamente da tutti i fenomeni sociali va assimilato al linguaggio in quanto relazione significante
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Cercatori d'oro
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pagg. 10 - 12
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| Chiozzi Paolo | Per Fernando Tempesti: Sull'indifferenza disperditrice degli intellettuali. In ricordo di un progetto antropologico-letterario sognato con Fernando Tempesti
abstract
Una breve ricostruzione delle circostanze che portarono alla scoperta a San Marcello Pistoiese, presso la famiglia Cini Dazzi, del fondo di fotografie relative al viaggio al polo Nord compiuto da Cosimo Cini e Stefano Sommier, e di un volumetto contenente la narrazione in forma di racconto di quel viaggio. L’effetto e la sorpresa per quella scoperta portò all’elaborazione di un’ipotesi di progetto pensato insieme da Paolo Chiozzi e Fernando Tempesti che però, per varie vicissitudini, non si concretizzò
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pagg. 55 - 61
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| Chiozzi Paolo | La costruzione visuale della vita familiare. Spunti per la lettura della raccolta di fotografie di Anna Muller
abstract
Il fondo di fotografie realizzate da Anna Muller Paoli costituisce per l’antropologo un raro esempio di quella che Richard Chalfen ha definito la “home mode communication”, un modello domestico di comunicazione. Più in generale le fotografie di famiglia, non espressamente realizzate per scopi di studio e/o documentazione antropologica, rappresentano un prezioso ausilio per la ricerca in questo settore
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pagg. 53 - 56
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